Principio 3

Didattica in aula e didattica non in aula
- La didattica, in aula e non in aula, è riconosciuta come elemento fondante per la decostruzione degli
stereotipi attraverso la proposta di contenuti e attività tali da rendere visibile la presenza dei diversi generi nel mondo e nella storia, consentire la sperimentazione di ruoli ed esperienze fuori da gabbie di genere e promuovere strategie che interroghino e decostruiscano le norme e gli stereotipi sessisti.
1. La scuola, attraverso la propria azione didattica ed educativa, in particolare attraverso la scelta accurata di prassi, metodologie, contenuti, promuove la partecipazione di tutti gli individui, a prescindere dal genere, alla costruzione della società e alla formazione di relazioni paritarie e non discriminatorie, volte alla decostruzione degli stereotipi sessisti e alla valorizzazione delle differenze.
Come?
- È garantita un’azione volta a rilevare nei testi la presenza di stereotipi sessisti e culturali, tale da definire un metodo di scelta dei libri di testo basato su criteri condivisi all’interno del collegio docenti e concordati con figure e funzioni preposte, appositamente identificate (ad esempio Funzione P.O.).
- È garantita un’attività volta a garantire un’analisi finalizzata a individuare forme congrue, consapevoli e coerenti mirate, ad esempio a:
* Proporre lezioni/spazi/laboratori di educazione sessuale, all’affettività, sentimentale e di conoscenza dei corpi maschili e femminili e delle loro caratteristiche, in forme adatte al livello di maturità di alunne e alunni;
* Non rendere invisibile e non gettare uno stigma sul mondo LGBTQ+, introducendone l’esistenza come una realtà normale (ad esempio, facendo riferimento alle relazioni affettive omosessuali di personaggi storici tanto quanto lo si fa con le relazioni eterosessuali);
* Mostrare la varietà delle forme di famiglia di alunne e alunni, in relazione ai ruoli di genere, alla diversità culturale, a configurazioni diverse da quella madre/ padre (genitori separati, famiglie allargate, famiglie mono e omogenitoriali).
2. Bambine e bambini hanno opportunità di sperimentare attraverso azioni
e strumenti didattici alternativi e innovativi apprendendo una lettura critica dei
ruoli e dei comportamenti.
Come?
È posta in essere un’azione costante atta a rendere la prospettiva di genere trasversale a tutte le aree disciplinari (momenti di progettazione e valutazione condivisa, interdisciplinari e interclasse).
Sono presenti specifiche iniziative interne alla scuola (formazioni, autoformazioni, strumenti di autovalutazione, monitoraggio e osservazioni da parte di facenti funzioni specifiche o di figure esterne…) atte a sostenere gli/le insegnanti a divenire consapevoli delle proprie aspettative, implicite o esplicite, nei confronti delle passioni e delle inclinazioni di bambine e bambine in relazione alle norme di genere.
Sono presenti azioni concrete finalizzate a favorire la decostruzione degli stereotipi nella progettazione e conduzione delle attività quali:
- Momenti laboratoriali orizzontali;
- Attività che prevedano “compiti di realtà”, simulazioni, giochi di ruolo, esperienze dirette;
- Attività che permettono a bambine e bambini la costruzione di un gusto estetico non omologato e non
omologante; - Momenti di confronto e discussione di gruppo all’interno della classe (circle time, routine, laboratori, attività) finalizzati a interrogare e decostruire gli stereotipi sessisti, in grado di favorire una condizione di ascolto reciproco, negoziazione dei contenuti e messa in discussione del senso comune.
Sono attivate azioni di sensibilizzazione al fine di agevolare l’uso di materiali didattici diversificati e portatori di una pluralità di punti di vista, in modo da creare occasioni per riflettere sugli stereotipi, esplorare alternative e decostruirli. Ad esempio:
-
- L’uso di libri alternativi ai libri di testo (quali esempi di pluralità di linguaggi verbali e visivi, pluralità di approcci e punti di vista, molteplicità e genere di autori e autrici, illustratrici e illustratori);
- L’uso di strumenti dedicati alla decostruzione degli stereotipi sessisti (per esempio libri a tema, riscrittura delle fiabe…);
- L’uso di strumenti dedicati alla conoscenza dei corpi maschili e femminili per superare il luogo comune che vede l’universalità nel corpo maschile e la particolarità nel corpo femminile;
3. Le collaborazioni con il territorio sono progettate e avviate considerando le competenze e il curriculum delle realtà coinvolte in merito all’educazione di genere, al contrasto alla violenza maschile contro le donne e alla violenza di genere.
Come?
La rete di collaborazioni è pensata nella prospettiva di rafforzare gli interventi/laboratori in orario curricolare (es. con supporto di personale specializzato esterno alla scuola) anche in relazione allo sviluppo di una coerente prospettiva di genere.
La scuola attiva una funzione di raccordo per integrare l’attività delle realtà che si occupano, con esperienza e competenze specifiche, di temi di genere, adottando una prospettiva di integrazione e scambio. In particolare, la scuola cerca di coinvolgere Centri Anti Violenza, consultori, associazioni e dipartimenti universitari che si occupano di educazione di genere e al genere, di pedagogia di genere, di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, sviluppando iniziative congiunte adatte al livello di maturità di alunne e alunni.
4. La conduzione delle attività curriculari ed extracurricolari è pianificata in forma coerente con i principi Be.St.
Come?
Sono in essere specifiche funzioni e meccanismi atti a ripartire incarichi e responsabilità, anche formali, senza ricadere in logiche stereotipate rispetto ai ruoli di genere.
La scuola organizza azioni di formazione per i/le docenti, offrendo supporto nello sviluppo di competenze in tema di educazione e pedagogia di genere, riconoscendo che l’azione di contrasto al sessismo non si limita a capovolgere o smentire gli stereotipi esistenti, ma richiede una prospettiva di ampio respiro di interpretazione dei processi di costruzione della disuguaglianza.
5. È garantita l’effettiva accessibilità a spazi e strumenti a tutte/i nelle forme e nei contenuti proposti a prescindere da stereotipi sessisti e di genere.
Come?
In fase di preparazione delle attività è sempre valutata e contrastata la presenza di pregiudizi relativi a capacità e
interessi differenti tra i generi. È posta attenzione affinché:
Nella scelta delle attività e nella fruizione dei materiali non siano presenti delle barriere tali da rendere iniqua l’assegnazione;
Venga stimolata la capacità di mettersi in gioco e prendere l’iniziativa da parte di tutte/i;
Siano incentivate le attività che favoriscono l’integrazione tra i generi;
Non si verifichino meccanismi di esclusione da uno spazio o un’attività da parte di un gruppo di bambini nei confronti di altri gruppi, specialmente in base al genere, se necessario intervenendo direttamente per regolare l’assegnazione dello spazio e/o dei materiali in modo equo.
6. La progettazione delle uscite è condotta garantendo un’attenzione specifica ai reali spazi di sperimentazione paritaria delle relazioni offerti.
Come?
In fase di preparazione delle uscite e gite è prevista una valutazione in ottica di genere degli effetti delle uscite (creazione di relazioni, potenziamento autonomia e coesione del gruppo, nuove esperienze e diverse figure educative). La conduzione di gite e visite è progettata, organizzata e condotta nell’ottica di agire la decostruzione (e non l’eventuale rinforzo) degli stereotipi di genere.
7. La conduzione delle attività da parte degli/delle insegnanti e i compiti svolti dal personale docente e non docente sono impostati avendo cura di ridurre e rimuovere (dove possibile) forme stereotipizzanti di genere.
Come?
In fase di pianificazione delle attività è posta all’ordine del giorno una verifica finalizzata a comprendere se la distribuzione dei ruoli svolti dai/dalle docenti e dal personale non docente abbia riprodotto degli stereotipi sessisti.
Linee guida
Le attività fuori dall’aula rappresentano un’occasione di sperimentare nuove forme di relazione, l’assegnazione di ruoli inediti (tanto da parte di bambine e bambini, quanto di adulte e adulti), la commistione tra gruppi di pari, la riconfigurazione di rapporti di potere o anche di posizionamento nello spazio “normalizzati” nella quotidianità. Potranno essere quindi quindi contesto privilegiato per la decostruzione degli stereotipi nei modi e nelle forme più disparate.
Come forme libere si intendono esperienze capaci di promuovere anche sperimentazioni di strategie che interroghino e decostruiscano gli stereotipi vigenti.
La presenza di biblioteche di classe oltre che della biblioteca scolastica con testi, a tema e non, efficaci per la decostruzione degli stereotipi sessisti, andrebbe incentivata attraverso scelte e formazioni condivise tra il corpo docente, circa la funzione, l’utilità e le potenzialità di uso nell’azione didattica ed educativa.